Crassula cultrata (L., 1753) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica del Sudafrica[2].
L'epiteto specifico cultrata deriva dal latino culter, ossia coltello, si riferisce alla forma delle foglie, appuntite[3][4][5].
Descrizione
Esemplare di
C. cultrata.
C. cultrata è una pianta perenne composta da steli eretti o ascendenti, lunghi fino ad 80 centimetri, per 3 millimetri in diametro, e molto ramificati. Sono in genere di colore verde, ma con l'età spesso assumono un aspetto legnoso.
Le foglie carnose, lunghe fino a 10 cm e larghe 3,5 cm, sono di forma da oblanceolata a cultrata, con estremità da ottuse ad arrotondate, e presentano delle superfici da piatte a leggermente convesse e glabre. Hanno dei margini acuti e sono di colore da verde a verde-giallastro, con margini rossastri tendenti al marrone.
Le infiorescenze a tirso, che si sviluppano in estate, hanno una forma a spiga e sono sorrette da un peduncolo lungo fino 45 cm.
I fiori carnosi sono composti da sepali dalla forma oblungo-triangolare, lunghi 2-3 millimetri, ricoperti da ciglia marginali e da una fitta peluria, di colore verde. La corolla, di forma tubolare, è formata da petali fusi tra loro alla base per 0,6-0,8 mm, panduriformi e lunghi 3,5-4,5 mm, che presentano un'appendice dorsale in posizione terminale. Gli stami portano delle antere di colore di nero[1][6][7][8][9][10].
Distribuzione e habitat
C. cultrata è una specie endemica delle province sudafricane di Capo Occidentale, Capo Orientale e del KwaZulu-Natal ed, in particolare, la si può trovare dall'area nei pressi dell'insediamento di Swellendam, ad ovest, alla costa dell'Oceano Indiano, ad est.
È una specie diffusa in un vasto areale, pertanto classificata come a rischio minimo, che si può trovare nelle ecoregioni del Karoo (sia Succulento che Nama), Fynbos, Macchia di Albany, Alto Veld e cintura costiera dell'Oceano Indiano[6][11].
Coltivazione
In genere le Crassula richiedono un terreno povero di componente organica e ricco di minerali, ben drenante in modo da evitare i ristagni idrici che potrebbero uccidere la pianta. Annaffiare solo a terreno ben secco.
È una pianta originaria di aree incluse nelle USDA Hardiness Zones da 9b ad 11b, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori a 10 °C e comunque mai al di sotto dei -3,9 °C. Preferisce difatti una posizione soleggiata[10][12].
Note
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^ a b (LA) Carl von Linné, Species Plantarum: exhibentes plantas rite cognitas, ad genera relatas, cum differentiis specificis, nominibus trivialibus, synonymis selectis, locis natalibus, secundum systema sexuale digestas, Stoccolma, Impensis Laurentii Salvii, 1753, p. 283.
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^ (EN) Crassula cultrata L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 gennaio 2021.
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^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 128, ISBN 0-521-86645-6.
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^ (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 83, ISBN 3-540-38432-4.
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^ (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 58, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 13 dicembre 2020.
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^ a b (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 47, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
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^ (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 97, ISBN 9058093239.
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^ (EN) International Crassulaceae Network - Crassula cultrata, su www.crassulaceae.ch. URL consultato il 5 gennaio 2021.
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^ (EN) Crassula cultrata | PlantZAfrica, su pza.sanbi.org. URL consultato il 5 gennaio 2021.
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^ a b (EN) Crassula cultrata (Bush Plakkie), su World of Succulents, 24 settembre 2018. URL consultato il 5 gennaio 2021.
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^ (EN) Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants - Crassula cultrata, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 5 gennaio 2021.
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^ (EN) PlantFiles: Crassula Species, Plakkiebos, su Dave's Garden. URL consultato il 5 gennaio 2021.
Bibliografia
- (LA) Carl von Linné, Species Plantarum: exhibentes plantas rite cognitas, ad genera relatas, cum differentiis specificis, nominibus trivialibus, synonymis selectis, locis natalibus, secundum systema sexuale digestas, Stoccolma, Impensis Laurentii Salvii, 1753, p. 283.
- (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 47, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 97, ISBN 9058093239.
- Gordon Rowley, Crassula. Guida alla coltivazione, traduzione di Elisabetta Oddo, Cactus & Co., 2003, ISBN 88-900511-2-4 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
- (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 128, ISBN 0-521-86645-6.
- (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 83, ISBN 3-540-38432-4.
- (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 58, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 13 dicembre 2020.