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Clathrus ruber ( Italian )

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Caratteristiche morfologiche
Clathrus ruber Cappello no disegno.png
Cappello no Smooth icon.png
Imenio liscio No gills icon.svg
Lamelle no Brown spore print icon.png
Sporata marrone Volva stipe icon.png
Velo volva Immutabile icona.png
Carne immutabile Saprotrophic ecology icon.png
Saprofita Nofoodlogo.svg
Non commestibile

Il Clathrus ruber (Micheli,, 1729) è un fungo tanto curioso quanto comune che appartiene alla famiglia delle Clathraceae.
Questo particolare fungo, a maturità, secerne una gleba deliquescente di color marrone-verdognola oppure nerastra che emana odore cadaverico abbastanza fastidioso, avvertibile anche a distanza; odore forte ma non al livello di quello del Phallus impudicus o del Phallus hadriani, che è assolutamente insopportabile e chiaramente percepibile anche a molti metri.

Venne descritto, per la prima volta, nel 1592 da Fabio Colonna, che lo denominò "Fungo lanterna" per la sua particolare forma.

Se ben conformato in modo regolare, questo fungo a maturazione assume la sorprendente forma geometrica di un icosaedro troncato.

Descrizione della specie

Corpo fruttifero

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Carpoforo maturo.

Quando immaturo, si presenta a forma di un "ovetto" racchiuso in una volva bianca (esoperidio), con alla base una piccola appendice radiciforme.

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Esemplari di C. ruber allo stato di "ovolo"

Volva

A maturità si lacera e fuoriesce un ricettacolo (endoperidio) a forma di gabbia ed a larghe maglie, di color rosa, poi rosso sangue o rosso-scarlatto; le maglie della gabbia, internamente, sono cosparse di mucillagine granulosa di colore olivastro o bruno-verdastro, che contiene le spore.

Carne

Fragile, fetida.

  • Odore: cadaverico, fecale, insopportabile, percepibile anche a distanza.

Spore

Di colore bruno o verdastro in massa, ellittiche, lisce, guttulate, 5-6 x 1,5-2 µm.

Habitat

Cresce dalla primavera all'autunno nei luoghi umidi: boschi di latifoglie e conifere delle zone appenniniche e prealpine. Non sono infrequenti gli avvistamenti d'inverno, se il tempo è mite.

Commestibilità

Non commestibile, poco invitante.
Oltre ad essere portatore di un odore repellente, acquisisce una certa tossicità in fase di maturazione. Tuttavia, secondo voci non confermate, in alcune nazioni del nord Europa viene consumato senza problemi allo stato di "ovolo" e privato del peridio gelatinoso.

Specie simili

Etimologia

Genere
Dal latino clathrus = inferriata, cancello, per la sua forma.
Specie
Dal latino ruber = rosso, per il suo colore.

Sinonimi e binomi obsoleti

  • Clathrus cancellatus Tourn. ex Fr., Systema mycologicum (Lundae) 2(2): 288 (1823)

Nomi comuni

  • Clatro rosso
  • Fungo lanterna
  • Gabbiola
  • Fuoco selvatico (in Toscana)
  • Cuore di Strega

Bibliografia

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Clathrus ruber: Brief Summary ( Italian )

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Il Clathrus ruber (Micheli,, 1729) è un fungo tanto curioso quanto comune che appartiene alla famiglia delle Clathraceae.
Questo particolare fungo, a maturità, secerne una gleba deliquescente di color marrone-verdognola oppure nerastra che emana odore cadaverico abbastanza fastidioso, avvertibile anche a distanza; odore forte ma non al livello di quello del Phallus impudicus o del Phallus hadriani, che è assolutamente insopportabile e chiaramente percepibile anche a molti metri.

Venne descritto, per la prima volta, nel 1592 da Fabio Colonna, che lo denominò "Fungo lanterna" per la sua particolare forma.

Se ben conformato in modo regolare, questo fungo a maturazione assume la sorprendente forma geometrica di un icosaedro troncato.

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