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Alcelaphus buselaphus lichtensteinii ( Italian )

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L'alcelafo di Lichtenstein (Alcelaphus buselaphus lichtensteinii Peters, 1849), noto anche come konzi, è una sottospecie di alcelafo originaria delle savane e delle pianure alluvionali dell'Africa centro-meridionale. Fu scoperto nel basso Zambesi da un naturalista tedesco, Wilhelm Peters, che gli diede il nome del collega e compatriota, dottor Martin Lichtenstein, che viaggiò lungamente nella parte meridionale del continente africano e fu poi direttore del Museo di Storia Naturale di Berlino[2].

Tassonomia

La posizione tassonomica dell'alcelafo di Lichtenstein viene discussa da tempo. Gli zoologi Jonathan Kingdon e Theodor Haltenorth lo consideravano una sottospecie di A. buselaphus[3]. Nel 1979, la paleontologa Elisabeth Vrba istituì un nuovo genere, Sigmoceros, appositamente per questo alcelafo[4], basandosi sulle sue maggiori affinità con il genere Connochaetes; in seguito, nel 1997, fu la stessa studiosa, dopo ulteriori studi, ad accantonare il nuovo genere[5]. L'analisi del DNA mitocondriale non ha riscontrato alcuna prova tale da giustificare l'istituzione di un genere a parte[6].

Descrizione

L'alcelafo di Lichtenstein è uno degli alcelafi di minori dimensioni. Misura 119–122 cm di altezza al garrese e pesa 127–145 kg. La schiena è inclinata, ed è più alta alla regione del garrese che alla groppa. La parte superiore del corpo è di colore bruno-rossastro, i fianchi appaiono di un marroncino più chiaro e il posteriore è biancastro. Sulla parte anteriore delle zampe è presente una striscia scura. Le corna (presenti in entrambi i sessi), sono anellate, molto larghe e appiattite alla base, e relativamente corte e spesse in ogni punto. Si incurvano verso l'esterno e all'insù, per poi piegarsi in avanti e all'interno formando un angolo di circa 45 gradi, e alla fine rivolgersi all'indietro, con le estremità più o meno parallele. Le femmine sono simili ai maschi, ma hanno dimensioni leggermente inferiori e corna più piccole[7].

Distribuzione e habitat

L'alcelafo di Lichtenstein è presente in Angola nord-orientale, Repubblica Democratica del Congo sud-orientale, Tanzania occidentale e meridionale, in gran parte dello Zambia, in alcune zone del Malawi, in aree circoscritte dello Zimbabwe sud-orientale e nel Mozambico settentrionale e centrale. In Sudafrica, era presente in passato nel Transvaal nord-orientale, dal quale è scomparso, a causa della caccia, circa 90-100 anni fa. Recentemente è stato reintrodotto nel parco nazionale Kruger e in una fattoria privata del Transvaal. Il numero totale di esemplari si aggira sulle 82.000 unità[1]. È un'antilope tipica delle zone di miombo, la distesa di erbe del genere Brachystegia intervallata da zone boschive propria dell'Africa centro-meridionale.

Biologia

Gregario e sedentario, vive in piccoli gruppi familiari di 5-10 individui guidati da un maschio dominante; tuttavia, in caso di pericolo, anche una femmina può assumere la guida del gruppo. Altri maschi formano piccoli gruppi di scapoli, mentre i maschi più anziani possono condurre vita solitaria. I maschi sono territoriali, e occupano aree ben definite per tutto l'anno, marcandone i confini raschiando il terreno con le corna e strofinando al suolo le ghiandole preorbitali; nel caso di invasioni del territorio da parte di altri maschi, scoppiano feroci combattimenti. Dopo otto mesi di gestazione nasce un unico piccolo in luglio-agosto. L'alcelafo di Lichtenstein può vivere fino a 20 anni[7].

Di abitudini sia diurne che notturne, è attivo per gran parte del giorno e della notte, ma resta al coperto della vegetazione durante le ore più calde della giornata. Si nutre prevalentemente di erba e beve acqua ogni giorno. Se minacciato da un predatore, è in grado di correre molto velocemente[7].

Note

  1. ^ a b (EN) Mallon, D.P. (Antelope Red List Authority) & Hoffmann, M. (Global Mammal Assessment) 2008, Alcelaphus buselaphus lichtensteinii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ B. Beolens, M. Watkins and M. Grayson, The eponym dictionary of mammals, Baltimore, MD, Johns Hopkins University Press, 2009, p. 242, ISBN 9780801893049. URL consultato il 22 marzo 2013.
  3. ^ D. E. Wilson, Mammal Species of the World: A Taxonomic and Geographic Reference, 2005, p. 675.
  4. ^ R. M. Nowak, Walker's Mammals of the World, 6ª ed., Baltimore, Maryland, Johns Hopkins University Press, 1999, pp. 1181–3, ISBN 978-0-8018-5789-8.
  5. ^ C. Groves and P. Grubb, Ungulate Taxonomy, Baltimore, Maryland, Johns Hopkins University Press, 2011, p. 208, ISBN 978-1-4214-0093-8.
  6. ^ C. Matthee and T. J. Robinson, Cytochrome b phylogeny of the family Bovidae: resolution within the Alcelaphini, Antilopini, Neotragini, and Tragelaphini, in Molecular Phylogenetics and Evolution, 12 (1), 1992, pp. 31–46, DOI:10.1006/mpev.1998.0573, PMID 10222159.
  7. ^ a b c Lichtenstein Hartebeest, su Safari Club International, SCI: Online Record Book. URL consultato il 22 marzo 2013.

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L'alcelafo di Lichtenstein (Alcelaphus buselaphus lichtensteinii Peters, 1849), noto anche come konzi, è una sottospecie di alcelafo originaria delle savane e delle pianure alluvionali dell'Africa centro-meridionale. Fu scoperto nel basso Zambesi da un naturalista tedesco, Wilhelm Peters, che gli diede il nome del collega e compatriota, dottor Martin Lichtenstein, che viaggiò lungamente nella parte meridionale del continente africano e fu poi direttore del Museo di Storia Naturale di Berlino.

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