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Accipiter gentilis arrigonii ( Italian )

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L'astore sardo (Accipiter gentilis arrigonii, Kleinschmidt 1903) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae, endemico della Sardegna e della Corsica.

Descrizione

In confronto alla sottospecie tipo (A. gentilis gentilis), l'astore sardo ha un piumaggio più scuro e dimensioni minori.

L'adulto ha un capo con colorazione scura interrotta da zone biancastre: vertice e nuca sono di colore ardesia, il sopracciglio si presenta con una fascia bianca, assottigliata anteriormente verso la cera [1]. La regione orbitale ha una colorazione bruno-nerastra che si prolunga posteriormente fino a ricongiungersi con la nuca. Striature bianche sono presenti sulla nuca. Su dorso, sulle ali e sulla coda prevale una colorazione zonata variabile dal grigio ardesia al bruno, con tonalità più scure sulle remiganti e alcune fasce nere trasversali sulle timoniere. L'apice di queste ultime è bianco. Sulle regioni ventrali (gola, petto, ventre, calzoni) prevale una colorazione bianca con numerose e fitte barre brune orizzontali evidenti sul petto, sul ventre, sui calzoni e sulle ali. Il sottocoda è bianco, la coda riprende la zonatura a bande scure alternate al bianco. Il becco è nero-bluastro, con cera gialla, le zampe gialle. Fra i sessi non ci sono sostanziali differenze a parte un maggior contrasto di colori nel maschio e una tonalità più tendente al bruno nella femmina.

Il giovane ha una colorazione che tende al marrone, con testa più chiara e più striata rispetto all'adulto. Le parti ventrali hanno tonalità variabili dal castano al fulvo-biancastro, interrotte da macchie scure, soprattutto sul petto, sul ventre e sulle ali.

Il dimorfismo sessuale si evidenzia nella taglia: le femmine sono più grandi, delle dimensioni di un maschio di poiana, i maschi più piccoli di circa un terzo, delle dimensioni di una femmina di sparviere. L'apertura alare varia dagli 85 ai 120 cm. In rapporto alla testa e al corpo le ali sono poco lunghe, adattamento morfologico dell'astore all'habitat forestale.

Il volo è caratterizzato da battiti lenti e profondi alternati a brevi planate e volteggi. Nella planata e nel volteggio le ali sono tenute piatte e orizzontali, con la regione remigante che forma un profilo a S, la coda aperta.

Habitat e diffusione

L'habitat tipico dell'astore è quello delle foreste ad alto fusto, prevalentemente di aghifoglie. L'habitat dell'astore sardo si differenzia per le prerogative ambientali della Sardegna e della Corsica. In Corsica popola le foreste di Pinus pinaster di circa 100 anni, quelle di Pinus nigra di 140 anni e quelle di Quercus di 60-80 anni. In Sardegna popola le foreste e le macchie foreste a Quercus ilex e Quercus suber di circa 30 anni d'età. Sempre in Sardegna la riduzione della copertura boschiva ha determinato una drastica riduzione dell'areale dell'astore sardo, frammentandolo nelle regioni montuose a più alta copertura forestale. Attualmente è presente nelle foreste e nelle macchie-foresta dei principali massicci montuosi (Gennargentu, Supramonte, Limbara, Marghine, Goceano, Planargia, Montiferru, Monte Arci, Monte Linas, Sulcis, Sarrabus, Gerrei).

Etologia

L'astore è una specie elusiva e solitaria, con l'eccezione del periodo degli amori, in corrispondenza del quale si verificano i voli di corteggiamento. L'epoca del corteggiamento e della riproduzione cade nei mesi di febbraio e marzo e la deposizione delle uova ha luogo ad aprile-maggio, con 2-4 uova deposte in pochi giorni. Il nido è costruito sugli alberi, utilizzando rametti, oppure riciclando i nidi di altri uccelli. L'incubazione dura circa 5 settimane, i piccoli restano sul nido 5-6 settimane, abbandonandolo in piena estate.

La sua dieta è prevalentemente composta da altri uccelli di piccole o medie dimensioni e, secondariamente, da piccoli mammiferi, mentre raramente si ciba di rettili, insetti e carogne. L'attività predatoria è svolta con agguati dagli alberi e con agili inseguimenti fra gli alberi.

Fattori di rischio

La popolazione dell'astore è stimata nell'ordine di 60-80 coppie in Sardegna [2][3] e 50-80 in Corsica [4]. Il principale fattore di minaccia è rappresentato dalla riduzione della superficie boschiva dovuta a disboscamenti e incendi [5]: contrariamente allo sparviere, l'astore è strettamente associato a formazioni forestali mature perciò la sua diffusione è strettamente dipendente dall'estensione dei boschi ad alto fusto. Da documentazioni risalenti agli anni venti [6] si evince che in passato l'astore sardo avesse una diffusione molto più ampia di quella attuale.

Lo status di protezione è definito dalla Legge n. 503 del 1981 Allegato III (che recepisce la Convenzione di Berna), dalla Direttiva dell'Unione Europea n. 409 del 1979 Allegato I e dalla Legge regionale n. 23 del 1998.

Lo stato di conservazione è classificato nella categoria EN (endangered) a livello nazionale e regionale [7].

Note

  1. ^ Regione membranosa nuda localizzata frontalmente alla base della mascella superiore
  2. ^ Carlo Murgia, Astore, in Guida ai rapaci della Sardegna, Cagliari, Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato Difesa Ambiente, 1993, p. 119.
  3. ^ (EN) Gianni Palumbo, et al., Management Statement. Corso-sardinian Goshawk (PDF) , su ec.europa.eu, Birdlife International, 1999, 3. URL consultato il 6 luglio 2007.
  4. ^ ...
  5. ^ Incendi, a rischio 40 specie di Uccelli superprotetti o in declino, su LIPU - Birdlife Italia, agosto 2003. URL consultato il 5 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  6. ^ Giglio-Tos (1918), Arrigoni degli Oddi (1929). Cit. da Murgia (1993).
  7. ^ Carlo Murgia, Rapaci sardi (PDF), su Libro rosso degli animali d'Italia, WWF, 92. URL consultato il 5 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).

Bibliografia

  • Carlo Murgia, Astore, in Guida ai rapaci della Sardegna, Cagliari, Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato Difesa Ambiente, 1993, pp. 113-119.
  • (EN) Gianni Palumbo, et al., Management Statement. Corso-sardinian Goshawk (PDF) , su ec.europa.eu, Birdlife International, 1999. URL consultato il 6 luglio 2007.

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