L'ofride dell'Argentario (Ophrys sphegodes var. argentaria (Devillers-Tersch. & Devillers) Faurh.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee, endemica del versante tirrenico dell'Italia centrale.[1]
È una pianta erbacea geofita bulbosa con fusto alto 20–40 cm.
I fiori, da 4 a 10, sono riuniti in una infiorescenza lassa e presentano sepali lanceolati, di colore verde chiaro, e petali lineari, con bordi spesso ondulati e margine tronco o arrotondato, più scuri e più corti dei sepali; il labello è piccolo, non lobato, glabro con una densa peluria marginale, con gibbosità basali assenti o appena accennate, di colore bruno, con una evidente marginatura giallastra; la macula è in forma di H molto elaborata, spesso ocellata, grigio-argentea o bruno-scura, con margine biancastro; l'apicolo è molto ridotto. La cavità stigmatica è molto ampia rispetto al labello, il ginostemio è piccolo, con rostro breve e acuminato.
Fiorisce da marzo ad aprile.
Si riproduce per impollinazione entomogama ad opera dell'imenottero apoideo Andrena fulvata[2].
Descritta per la prima volta sull'Argentario, questa entità è un endemismo del versante tirrenico dell'Italia centrale (Liguria orientale, Toscana, Lazio e Umbria)[2].
Cresce in ambienti di prateria mediterranea, gariga e nella schiarite boschive, con predilezione per i suoli calcarei, da 0 a 600 m di altitudine.
Dà luogo a frequenti ibridi tra cui:
L'ofride dell'Argentario (Ophrys sphegodes var. argentaria (Devillers-Tersch. & Devillers) Faurh.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee, endemica del versante tirrenico dell'Italia centrale.