Il Senecione unifloro (nome scientifico Jacobaea uniflora (All.) Veldkamp, 2006) è una pianta erbacea, perenne a fiori gialli-arancio, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Etimologia
Il nome generico (Jacobaea) potrebbe derivare da due fonti possibili: (1) da San Giacomo (o Jacobus); oppure (2) in riferimento all'isola di S. Jago (Capo Verde).[1] L'epiteto specifico (uniflora = scapo con un unico fiore) fa invece riferimento al suo habitus.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Jacobaea uniflora) è stato proposto inizialmente dal botanico e medico italiano Carlo Ludovico Allioni (1728 – 1804) e perfezionato in seguito dal botanico Jan Frederik Veldkamp (1941 -) nella pubblicazione ”Compositae Newslett. 44: 7.2006” del 2006.[2]
Descrizione
L'altezza di queste piante varia da 5 a 12 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici[3] Tutta la pianta è bianco-tomentosa.
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un breve rizoma legnosetto.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e semplice (un solo capolino).
Foglie
Le foglie sono allungate (a forma lanceolato-spatolata) con i margini debolmente lobati; spesso i bordi sono revoluti.
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da singoli capolini. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da 21 squame disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[4] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati gialli (da 7 a 15) e quelli interni tubulosi di colore giallo aranciato. Alla base dell'involucro sono presenti diverse squame più brevi. Diametro del capolino: 2 – 2,5 cm. Lunghezza delle squame: 10 mm.
Fiore
I fiori sono zigomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
-
* K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)[5]
-
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
-
Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo; in particolare quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle fauci dilatate a cinque lobi, mentre nei fiori periferici (ligulati) il tubo termina con un prolungamento nastriforme terminante più o meno con cinque dentelli. Lunghezza dei fiori ligulati: 10 – 12 mm.
-
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
-
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido. Le branche stilari sono sub-cilindriche, troncate e con un ciuffo di peli alla sommità.[4] Le ramificazione (dello stilo) consistono in linee stigmatiche marginali (i recettori del polline).[3] L'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
- Fioritura: da luglio a agosto.
Frutti
I frutti sono degli acheni cilindrici e pelosi. Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro.
Biologia
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale
[6] – Distribuzione alpina
[7])
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico – Ovest Alpico
- Distribuzione: in Italia questa specie è presente (ma raramente) solamente nella parte occidentale delle Alpi. Oltre confine, sempre nelle Alpi, è presente in Francia (dipartimento della Savoia) e in Svizzera (cantone Vallese).[7]
- Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli alpini (praterie rase alpine e subalpine) e le creste ventose; ma anche i muri, i ripari sotto le rocce, i ghiaioni e le pietraie. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1900 fino a 2800 m s.l.m. (massimo 3500 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello nivale.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[7]
-
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
-
Classe: Juncetea trifidi
-
Ordine: Caricetalia curvulae
-
Alleanza: Caricion curvulae
Sistematica
La famiglia di appartenenza della Jacobaea uniflora (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[8] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[9]). Il genere Jacobaea Mill. contiene poche specie (non più di una trentina) distribuite in tutto il mondo ma con habitat in preferenza situati in zone temperate.
Il genere Jacobaea è di recente costituzione (2006)[10]. In realtà questo gruppo di piante era già stato individuato nel 1754 dal botanico scozzese Philip Miller (1691 – 1771), ma in seguito le sue specie confluirono nel più grande genere Senecio (formando una sezione autonoma: Jacobaea). Recenti studi filogenetici (sui plastidi e sul DNA nucleare[10]) hanno dimostrato tuttavia che questa sezione forma un clade ben supportato legato solo lontanamente alle altre specie del genere Senecio, giustificando così pienamente la “riabilitazione” del “vecchio” genere Jacobaea. Per merito del lavoro citato sono state individuate 27 specie da assegnare al nuovo genere. Le ricerche sono ancora in atto, è quindi possibile che altre specie del genere Senecio si trovino in una posizione migliore nel nuovo genere Jacobaea. Inoltre la recente formazione di questo genere non ha permesso alle varie checklist botaniche di essere prontamente aggiornate, creando così una certa confusione nella tassonomia di questo gruppo.
Il basionimo per questa specie è: Solidago uniflora All. [11]
Altre notizie
- (1) Il Senecio unifloro in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Hallers Greiskraut
- (FR) Séneçon de Haller
- (2) La specie di questa voce è stato oggetto di uno studio[12] sulla sopravvivenza di alcune specie alpine durante le ultime glaciazioni del Pleistocene. In particolare analizzando alcune frammenti del DNA dei cloroplasti della Jacobaea uniflora di varie zone alpine si sono individuate due aree a sud-ovest (Bonneval-sur-Arc, Savoia – Francia) e a nord-ovest (Zermatt/Simplon, Vallese – Svizzera) della Val d'Aosta di sopravvivenza durante i periodi glaciali dalle quali poi per graduale ricolonizzazione di aree periferiche e intermedie la specie ha rioccupato l'attuale area di distribuzione.
Note
-
^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 luglio 2011.
-
^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 luglio 2011.
-
^ a b Judd 2007, pag. 523.
-
^ a b Motta 1960, Vol. 3 – pag 694.
-
^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
-
^ Conti et al. 2005, pag. 164.
-
^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 536.
-
^ Judd 2007, pag. 520.
-
^ Strasburger 2007, pag. 858.
-
^ a b Pelser et al. 2006, pag. 1-2.
-
^ Global Compositae Checklist, su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato l'8 agosto 2011.
-
^ O. Bettin, C. Cornejo, P.J. Edwards & R.Holderegger, Phylogeography of the high alpine plant Senecio halleri (Asteraceae) in the European Alps: in situ glacial survival with postglacial stepwise dispersal into peripheral area (PDF) , in Molecular Ecology (2007) 16, 2517– 2524.
Bibliografia
- Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. 171-189. URL consultato il 9 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 937.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 127, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 536.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 164, ISBN 88-7621-458-5.
- Pieter B. Pelser, J.F.Veldkamp & Ruud van der Meijden, New combinations in Jacobaea Mill. (Asteraceae - Senecioneae) (PDF) , in Compositae Newsletter – Number 44 – 2006.