Die Zwerg-Alpenscharte (Saussurea pygmaea) ist eine Pflanzenart aus der Gattung Alpenscharten (Saussurea) innerhalb der Familie der Korbblütler (Asteraceae).
Das Zwerg-Alpenscharte wächst als ausdauernde krautige Pflanze mit zottig behaartem, kurzem Stängel, die Wuchshöhen von etwa 5 bis 15 cm erreicht. Oft ist die Pflanze fast stängellos.
Die sitzenden, einfachen Laubblätter sind lineal-lanzettlich bis linealisch und meist ganzrandig. Selten sind sie undeutlich gezähnelt. Die schmalen Blätter werden zwischen 3 und 8 mm breit und bis 18 Zentimeter lang. Die ältere Blätter sind oberseits fast kahl und unterseits kurzfilzig. Der Blütenstand wird oft von den obersten Stängelblättern überragt.
Die Blütezeit reicht von Juli bis September. Es bildet sich nur ein Blütenkorb, mit wollig behaartem Hüllkelch, pro Stängel, wobei der Korb etwa 2 bis 3 cm im Durchmesser hat. Die zwittrigen Blüten sind alle röhrenförmig und blauviolett sowie von Spreublättern umgeben.
Es werden Achänen mit Pappus gebildet.
Das Verbreitungsgebiet umfasst die Ostalpen (Karwendel und Venezianische Alpen ostwärts bis zum Schneeberg und den Steiner Alpen). Zudem ist die Art auch in den Westkarpaten verbreitet.
Die kalkstete Pflanze bevorzugt als Standort Steinrasen, Felsspalten und Felsschutt. Die Zwerg-Alpenscharte gedeiht in Höhenlagen von bis zu 2500 Meter.
Die Zwerg-Alpenscharte (Saussurea pygmaea) ist eine Pflanzenart aus der Gattung Alpenscharten (Saussurea) innerhalb der Familie der Korbblütler (Asteraceae).
La saussurea monocefala (Saussurea pygmaea (Jacq.) Sprengel, 1826) è una pianta erbacea angiosperma dicotiledone delle zone alpine, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Il nome generico (Saussurrea) deriva da quello dello scienziato ginevrino Horace-Bénédict De Saussure (1740 – 1799), naturalista e alpinista, professore presso l'Accademia di Ginevra, che fu il promotore della prima salita al Monte Bianco nel 1786, e da quello del figlio Théodore de Saussure.[3][4] L'epiteto specifico (pygmaea) è relativo al minuto portamento di questa specie. Mentre il nome comune (monocefala) fa riferimento alla sua infiorescenza formata a una solo capolino.
Il binomio scientifico attualmente accettato è stato definito inizialmente dal medico, chimico e botanico tedesco Nikolaus Joseph von Jacquin (Leida, 16 febbraio 1727 – Vienna, 26 ottobre 1817) e successivamente perfezionato dal botanico tedesco Kurt Polykarp Joachim Sprengel (Boldekow, 3 agosto 1776 – Halle, 15 marzo 1833) nella pubblicazione ”Systema vegetabilium. Editio decima sexta. Gottingae” del 1826.[5]
L'aspetto di queste piante è erbaceo lievemente cespuglioso con piccole dimensioni (da 2 a 15 cm – massimo 20 cm). La forma biologica della specie è emicriptofita rosulata (H ros); ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e con le foglie disposte a formare una rosetta basale. L'indumento è irsuto.[6][7][8][9][10][11]
Le radici sono secondarie da rizoma.
Le foglie sono lineari o strettamente lanceolate con punte acuminate; sono inoltre progressivamente ristrette alla base; la pagina inferiore è grigiastra, quella superiore verde; i bordi sono lievemente dentati. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 8 mm; 30 – 70 mm.
La infiorescenza è formata da un unico capolino relativamente grande ma a volte superato dalle foglie basali. La struttura del capolino è quella tipica delle Asteraceae: un breve peduncolo (in alcuni casi il capolino è sub-sessile) sorregge un involucro piriforme-cilindrico composto da diverse brattee (o squame) intere e inermi (senza appendice apicale spinosa), disposte su più serie in modo embricato che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano, provvisto di pagliette, sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Dimensione del capolino: larghezza 2 – 3 cm; 3 – 4 cm.
I fiori sono tutti del tipo tubuloso[12] (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi).
I frutti sono degli acheni a forma sub-cilindrica, allungati e stretti; sono striati longitudinalmente. Il pappo si compone di un ciuffo di peli bi-seriati: i peli esterni sono persistenti e denticolati, quelli interni più grandi sono più piumosi, caduchi e connati alla base.[15]
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Descrizione. L'alleanza Caricion firmae è relativa alle praterie pioniere subalpino-alpine, su substrato calcareo e dolomitico, posizionate in forre e vallate fresche. Distribuzione: Alpi sud-orientali. Questa cenosi appartiene alle categorie di comunità ricche di specie emicriptofite, camefite e nanofanerofite con abbondante presenza anche di muschi e licheni.
Specie presenti nell'associazione: Carex firma, Dryas octopetala, Androsace chamaejasme, Chamorchis alpina, Crepis jacquinii, Helianthemum oelandicum, Minuartia verna, Pedicularis rosea, Saussurea pygmaea, Saxifraga caesia e Saxifraga mutata.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Saussureinae è una di queste).[9][10][22][23]
Il basionimo per questa specie è: Carduus pygmaeus Jeacq., 1762
Le specie di questo genere in precedenti trattamenti erano descritte all'interno del gruppo informale (provvisorio da un punto di vista tassonomico) "Jurinea-Saussurea Group". In questo gruppo erano descritti principalmente quattro generi: Dolomiaea, Jurinea, Polytaxis e Saussurea.[9][10][22] In seguito ad ulteriori ricerche e analisi di tipo filogenetico, allorquando il gruppo ha acquisito la sua denominazione definitiva di sottotribù, si sono aggiunti altri nuovi generi.[23][24]
Il genere Saussurea ha una distribuzione molto ampia (Europa, Asia e America) ma sempre in regioni montuose di tipo alpino. Comprende diverse centinaia di specie di cui 4/5 sono presenti anche nella flora spontanea italiana. Si distingue dal genere Cirsium in quanto privo di spine e con un pappo formato da 1 - 2 serie di setole.
Il numero cromosomico per questa specie à: 2n = 52.[11]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Le specie del genere Saussurea della flora italiana si distinguono per i seguenti caratteri:
La Saussurea pigmea in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
La saussurea monocefala (Saussurea pygmaea (Jacq.) Sprengel, 1826) è una pianta erbacea angiosperma dicotiledone delle zone alpine, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Saussurea wielkogłowa[3] (Saussurea pygmaea Spreng) – gatunek rośliny z rodziny astrowatych (Asteraceae).
Występuje tylko w Alpach i Karpatach. W Polsce występuje wyłącznie w Tatrach i podana została stąd z następujących stanowisk: Błyszcz (ok. 2070 m i 2100 m) i pod Błyszczem (ok. 1970 m), Dolina Pięciu Stawów Polskich, okolice Dziurawej Przełęczy (1860 i 1900 m), Kościelec, Opalony Wierch (2100 m), Pośredni Wołoszyn (2015 m), Smreczyński Wierch (2050 i2068 m), Świnica, Turnia nad Dziadem, Wołowiec (1900 m), Zawrat, nad Zmarzłym Stawem Gąsienicowym[4].
Bylina, hemikryptofit, orofit. Kwitnie od lipca do sierpnia. W Tatrach występuje tylko w piętrze halnym i tylko na podłożu bezwapiennym. Liczba chromosomów 2n = 52[4].
Wg Polskiej Czerwonej Księgi Roślin (2001) gatunek krytycznie zagrożony (kategoria CR)[6]. W wydaniu z 2014 roku otrzymał kategorię EN (zagrożony)[7]. Umieszczony na polskiej czerwonej liście w tej samej kategorii[8]. Według klasyfikacji IUCN z 2001 jest gatunkiem zagrożonym wymarciem (kategoria EN). W całych Tatrach występuje zaledwie około 100 okazów tej rośliny, rosnących głównie na obszarach ochrony ścisłej Tatrzańskiego Parku Narodowego. Mimo występowania na obszarze chronionym jest gatunkiem skrajnie zagrożonym z powodu małej liczby stanowisk i nielicznej populacji[4].
Saussurea wielkogłowa (Saussurea pygmaea Spreng) – gatunek rośliny z rodziny astrowatych (Asteraceae).
Saussurea pygmaea là một loài thực vật có hoa trong họ Cúc. Loài này được Spreng. miêu tả khoa học đầu tiên năm 1826.[1]
Saussurea pygmaea là một loài thực vật có hoa trong họ Cúc. Loài này được Spreng. miêu tả khoa học đầu tiên năm 1826.