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Homogyne alpina ( Italian )

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La Tossilaggine alpina (nome scientifico Homogyne alpina (L.) Cass., 1821) è una piccola pianta erbacea alpina, con un singolo capolino, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Etimologia

Il nome generico (Homogyne = simile a femmina) è stato attribuito dal botanico e naturalista francese Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781 – 1832) in una pubblicazione del 1816 e indica la grande somiglianza (soprattutto nello stilo), nei capolini di questa spiante, tra i fiori femminili periferici e quelli ermafroditi centrali[1].
L'epiteto specifico (alpina) fa riferimento alle zone nelle quali è più facile trovare questa specie.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Homogyne alpina) è stato proposto prima dal biologo e scrittore svedese Carolus Linnaeus (Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) e quindi perfezionato dal botanico Cassini in una pubblicazione del 1821.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Gewöhnlicher Alpenlattich; in francese si chiama Homogyne des Alpes; in inglese si chiama Purple Colt's-foot.

Morfologia

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Descrizione delle parti della pianta
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Il portamento

L'aspetto di queste piante è erbaceo con piccole dimensioni (da 10 a 30 cm). La forma biologica della specie è emicriptofita rosulata (H ros); ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con le foglie disposte a formare una rosetta basale.

Radici

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma sottile e strisciante.
  • Parte epigea: il fusto (un unico stelo che porta generalmente un solo fiore) è eretto-ascendente, semplice e fioccoso-lanoso nella parte apicale. La superficie del fusto nella parte basale è arrossata.

Foglie

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Le foglie radicali
Località : Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. - 19/06/2009
  • Foglie basali: le foglie radicali sono coriacee e rugose ma quasi brillanti nel colore verde intenso di entrambe le pagine. La superficie è glabra, sono inoltre pubescenti lungo le nervature, mentre il bordo sembra essere vagamente poligonale appena dentato-crenato (11 - 19 dentelli ottusi); sulla pagina inferiore sono presenti dei peli ghiandolari. La forma della lamina in genere è largamente cordata o reniforme con una notevole insenatura al centro della base, ossia all'inserimento del picciolo. Queste foglie sono raccolte in rosette basali alla base dello scapo fiorale e appaiono insieme alla fioritura (contrariamente alle specie di altri generi vicini come Tussilago e Petasites le cui foglie si fanno vedere a fioritura finita). Lunghezza del picciolo 2 – 3 cm. Diametro della lamina 15 – 22 mm.
  • Foglie cauline: il fusto possiede due-tre brevi brattee (o foglie squamiformi) distanziate una dall'altra. Dimensione delle brattee fogliari : larghezza 2 mm; lunghezza 4 mm.

Infiorescenza

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Infiorescenza con involucro

L'infiorescenza è formata da un unico capolino (raramente due) lungamente peduncolato. La struttura del capolino è quella tipica delle Asteraceae : il peduncolo sorregge un involucro cilindrico composto da diverse squame lineari, ma non uguali fra di loro e disposte su un unico rango, eventualmente rinforzate da altre minori, che fanno da protezione al ricettacolo nudo (senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di fiori : i fiori femminili, quelli esterni ligulati (assenti in questa specie; in realtà alla periferia sono presenti dei fiori femminili, ma sono sempre del tipo tubuloso ma più filiformi), e i fiori ermafroditi quelli centrali tubulosi. Il colore dell'capolino è porpora. Dimensione dell'capolino: larghezza 5 – 7 mm; lunghezza 8 – 12 mm. Larghezza del capolino : 8 – 15 mm.

Fiore

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I fiori
Località : Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. - 19/06/2009

I fiori sono tutti di tipo tubuloso, zigomorfi, tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Il colore dei fiori è biancastro tendente al roseo-violetto. Dimensione dei fiori tubulosi : 8 – 11 mm.

* K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)[2]

Frutti

Il frutto è un achenio lineare. La superficie è solcata da 5 – 10 costolature. All'apice questi frutti posseggono dei setolosi pappi bianchi a peli semplici ma disposti su più serie. Il pappo è caduco. Dimensione degli acheni 4 – 5 mm.

Distribuzione e habitat

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[3]:

Formazione : delle comunità forestali
Classe : Vaccinio-Piceetea excelsae
Ordine : Piceetalia excelsae

Sistematica

La famiglia di appartenenza della “ Tossilaggine alpina” (Asteraceae) è la più numerosa nel mondo vegetale, organizzata in 1530 generi per un totale di circa 22.750 specie[4]. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia delle Asteraceae viene chiamata anche Compositae.
Il genere di appartenenza (Homogyne) comprende pochissime specie, diffuse unicamente nelle zone alpine europee e quasi tutte proprie della flora italiana.
All'interno della famiglia delle Asteraceae le “Tossilaggine” fanno parte della sottofamiglia delle Tubiflore; sottofamiglia caratterizzata dall'avere capolini con fiori tubulosi al centro ed eventualmente fiori ligulati alla periferia, squame dell'involucro ben sviluppate e frutti con pappo biancastro e morbido. Al livello tassonomico inferiore fanno parte inoltre della tribù delle Senecioideae.

Variabilità

Come il genere simile Petasites, anche il genere Homogyne presenta delle difficoltà tassonomiche per la bassa diversità morfologica tra le varie sue specie. In particolare in riferimento alla specie di questa scheda più di qualche Autore colloca un'altra specie Homogyne discolor (Jacq.) Cass. nella lista delle sue varianti col nome di Homogyne alpina (L.) Cass. var. discolor[1].
Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):

  • Homogyne alpina (L.) Cass. subsp. cantabrica (Losa & P.Monts.) Rivas Mart., T.E.Díaz, Fern.Prieto, Loidi & Penas (2002)
  • Homogyne alpina (L.) Cass. var. discolor (sinonimo = Homogyne discolor (Jacq.) Cass.)

Sinonimi

La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti :

  • Petasites alpinus (L.) Baumg.
  • Tussilago alpina L. (1753) (basionimo)

Specie simili

Le specie del genere Homogyne sono piante uniche, e normalmente poco confondibili con altre specie che vivono gli stessi habitat. Una certa somiglianza potrebbe essere riscontrabile con le specie del genere Petasites ; i capolini in effetti sono molto simili ma con una grande differenza : l'infiorescenza dei Petasites è dotata di molti capolini, mentre l'infiorescenza della pianta di questa scheda generalmente ha un solo capolino.
Più facile è invece la confusione con altre specie dello stesso genere:

  • Homogyne discolor (Jacq.) Cass. - Tossilaggine bianca : si differenzia in quanto sia il fusto (almeno nella parte alta) che la pagina inferiore delle foglie è bianco-tomentoso.
  • Homogyne sylvestris (Scop.) Cass. - Tossilaggine illirica : si differenzia per le dimensioni maggiori e per l'insenatura della parte basale-centro delle foglie (profonda fino a ¼ della lamina).

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ a b Motta, pag. 469.
  2. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 19 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2018).
  3. ^ Flora Alpina, pag. 526.
  4. ^ Strasburger, pag. 858.

Bibliografia

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 469.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 112, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 526.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 860, ISBN 88-7287-344-4.

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