Senecio L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Asteraceae, a distribuzione cosmopolita.
Il nome del genere deriva dal latino senex che significa “vecchio uomo” e deriva dal ciuffo di peli bianchi (pappo) che sormonta gli acheni, che ricorda la chioma di un vecchio. La prima volta questo nome apparve in uno scritto di Plinio.[1]
Le specie di questo ampio e diffuso genere presentano una estrema varietà di forme: esistono specie annuali e altre perenni, forme lianose, arbustive e arboree, specie con foglie succulente, specie acquatiche.
Le foglie sono alterne.
La maggior parte delle specie presenta infiorescenze a capolino di colore giallo raggruppate in corimbi, con fiori del raggio ligulati, femminili, e fiori del disco tubulosi, ermafroditi. L'involucro è formato da brattee disposte perlopiù in un'unica fila, spesso con apice nerastro.
I frutti sono acheni grossolanamente cilindrici sormontati da un fitto pappo biancastro.
Il genere Senecio comprende circa 1 500 specie.[2]
Le specie presenti nel bacino del Mediterraneo sono:[3]
Alcune specie in passato attribuite al genere Senecio sono oggi classificate all'interno di altri generi:
Tutte le specie del genere contengono degli alcaloidi pirrolizidinici che possono risultare cancerogeni e epatotossici.[4]
Il bestiame evita le piante di Senecio se incontrate sul pascolo, ma non se contenute nel fieno. Grandi quantità contenute nel fieno possono provocare danni gravi agli animali e l'esito può essere anche letale, soprattutto nei piccoli lattanti.[4]
Gli alcaloidi possono contaminare anche il miele e il latte.[4]
Nella medicina tradizionale il senecio viene usato in forma molto diluita contro disturbi mestruali e sanguinamenti dal naso. Ma si sconsiglia vivamente l'automedicazione; i sintomi possono comparire anche dopo settimane, mesi e perfino anni.
Senecio L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Asteraceae, a distribuzione cosmopolita.