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Bromus rubens ( Italian )

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Il forasacco purpureo (nome scientifico Bromus rubens L., 1755 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

Etimologia

Il nome generico (bromus) deriva dalla lingua greca ed è un nome antico per l'avena.[2] L'epiteto specifico (rubens) significa "rosso" e fa riferimento al colore rossastro delle spighette.[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Centuria I. Plantarum" (Cent. Pl. I. 5 - 1755)[4] del 1755.[1]

Descrizione

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Il portamento
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Infiorescenza
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I fiori
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Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 1 - 4 dm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8][9][10][11][12]

Radici

Le radici sono per lo più fascicolate; a volte sono secondarie da rizoma.

Fusto

I culmi sono cavi a sezione più o meno rotonda. I culmi sono solitari o fascicolati in un piccolo numero. Il portamento in genere è ginocchiato-ascendente. La superficie è pubescente specialmente in zone distali.

Foglie

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.

  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole (o raramente auricolate); il contorno è lacerato; la superficie è irsuta. Lunghezza della ligula: 3 – 5 mm.
  • Ligula: la ligula, acuta e più o meno sfrangiata, è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari-lanceolate e piatte. La pubescenza, su entrambe le facce, è densamente appressata per peli più o meno riflessi. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 5 mm; lunghezza 5 – 10 cm.

Infiorescenza

Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate (i rami sono brevi - da 2 a 5 mm - o subnulli) e sono formate da alcune spighette solitarie ed hanno la forma di una pannocchia rigidamente eretta, densamente contratta con forme strettamente ellittiche. Il peduncolo dell'infiorescenza è pubescente nella zona distale. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dopo la fioritura la pannocchia si colora di purpureo-violaceo. Dimensione delle pannocchie: larghezza 2 cm; lunghezza 5 – 10 cm.

Spighetta

Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, sessili o quasi, compresse lateralmente e cuneate, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 4 - 10 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile. Dimensione delle spighette: larghezza 2 – 6 mm; lunghezza 1,5 – 5 cm con le reste.

  • Glume: le glume, persistenti, lanceolate o lineari e appuntite, sono più corte delle spighette e sono disuguali e minutamente pelose. Possiedono alcune nervature longitudinali (1 - 3 quella inferiore e 3 - 5 quella superiore) e una carena cigliata. Lunghezza delle glume: inferiore 6 – 8 mm; superiore 10 – 11 mm.
  • Palea: la palea è un profillo con alcune venature, è carenata e più corta del lemma.
  • Lemma: il lemma, lineare-lanceolato, con superficie da scabrosa a pubescente e consistenza cartacea, all'apice è bi-dentellato (denti lunghi 4 – 5 mm); il dorso, percorso da 5 - 7 nervature; la resta è lunga 1,5 – 2 cm. Dimensione del lemma: larghezza 2 - 2,2 mm; lunghezza 14 – 15 mm.

Fiori

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti

I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti colorati di marrone scuro, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. I cariossidi alla fruttificazione sono sottili.

Riproduzione

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[13]

Distribuzione e habitat

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Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15]

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

  • Formazione: delle comunità pioniere a terofite e succulente
    • Classe: Thero-Brachypodietea
      • Ordine: Thero-Brachypodietalia
        • Alleanza: Thero-Brachypodion

Tassonomia

La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Bromus è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con oltre 150 specie distribuite in tutto il mondo.[5][6]

Filogenesi

La tribù Bromeae (e quindi il suo unico genere Bromus) è descritta all'interno della supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982. La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Triticeae e Bromeae. All'interno della supertribù, la tribù Bromeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Triticeae.[17]

I Bromus della flora spontanea italiana sono suddivisi in tre gruppi (o subgeneri) distinti: Festucaria G. et G., Anisantha Koch e Bromus s.s. La specie di questa voce appartiene al gruppo Anisantha. Il ciclo biologico di queste piante è annuo con un aspetto molto diverso dalle specie del genere Festuca. A maturità le spighette si allargano all'apice. Le nervature delle due glume (con forme lanceolate o lineari lunghe 9 – 25 mm) sono diverse: quella inferiore ha una sola nervatura; quella superiore è trinervia. La resta dei lemmi (con forme lineari o lanceolate e lunghi complessivamente 30 – 80 mm) è inserita tra i due dentelli apicali del lemma stesso ed è più lunga della parte laminare. In alcune checklist queste specie possono essere descritte in un genere diverso (Anisantha).[7]

Altri studi descrivono questa specie nella sezione Genea Dumort. (il ciclo biologico è annuale; la gluma inferiore ha una sola vena; la pubescenza sporge dalla punta del lemma per almeno 1,5 mm). In Italia nella stessa sezione sono presenti le specie: Bromus diandrus Roth, 1787, Bromus madritensis L., e Bromus sterilis L. e Bromus tectorum L..[18]

Il numero cromosomico delle specie B. rubens è: 2n = 14 e 28.[19]

Sottospecie

Per questa specie sono indicate le seguenti due sottospecie:[11][16]

  • Bromus rubens subsp. rubens - Distribuzione: Mediterraneo (è il tipo principale e più diffuso).
  • Bromus rubens subsp. kunkelii (H.Scholz) H.Scholz, 1996 - Distribuzione: Penisola Iberica e Magreb (è una specie nativa delle Isole Canarie).

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[20]

  • Anisantha rubens (L.) Nevski
  • Anisantha rubens var. caucasica (Hack.) Tzvelev
  • Anisantha rubens var. glabriglumis (Maire) Tzvelev
  • Bromus canescens Viv.
  • Bromus coloratus Lojac.
  • Bromus kerkeranus Sennen & Mauricio
  • Bromus madritensis var. caucasicus Hack. [Invalid]
  • Bromus madritensis var. purpurascens (Delile) Post
  • Bromus madritensis subsp. rubens (L.) Husn.
  • Bromus madritensis var. rubens (L.) Husn.
  • Bromus matritensis var. purpurascens (Delile) Post
  • Bromus purpurascens Delile
  • Bromus rigidus Rchb.
  • Bromus rubens var. ambiguus Maire
  • Bromus rubens var. borosii Pénzes
  • Bromus rubens f. canescens (Viv.) Coss.
  • Bromus rubens var. canescens Coss. ex Bég. & Vacc.
  • Bromus rubens var. fallax Maire
  • Bromus rubens var. fasciculatus Mutel
  • Bromus rubens var. glabellus Maire
  • Bromus rubens var. glabriglumis Maire [Invalid]
  • Bromus rubens f. intermedius Pamp.
  • Bromus rubens var. villosulus Maire
  • Bromus scoparius var. rubens (L.) St.-Amans
  • Bromus sterilis var. rubens (L.) Kuntze
  • Festuca rubens (L.) Pers.
  • Genea rigena (L.) Dumort.
  • Zerna rubens (L.) Grossh.

Sinonimi delle sottospecie kunkelii

  • Anisantha rubens subsp. kunkelii (H.Scholz) H.Scholz
  • Bromus kunkelii (H.Scholz) H.Scholz
  • Bromus madritensis subsp. kunkelii H.Scholz

Note

  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 16 gennaio 2020.
  2. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 55.
  3. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 253.
  4. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 16 gennaio 2020.
  5. ^ a b Kellogg 2015, pag. 223.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 525.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 348.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ a b Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 gennaio 2020.
  12. ^ a b c eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 16 gennaio 2020.
  13. ^ Kellogg 2015, pag. 73.
  14. ^ Conti et al. 2005, pag. 64.
  15. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 914.
  16. ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 16 gennaio 2020.
  17. ^ Soreng et al. 2017, pag. 286.
  18. ^ Verloove 2012, pag. 31.
  19. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 16 gennaio 2020.
  20. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-401803 Titolo mancante per url url (aiuto). URL consultato il 16 gennaio 2020.

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Bromus rubens: Brief Summary ( Italian )

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Il forasacco purpureo (nome scientifico Bromus rubens L., 1755 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).

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