Thymelaeaceae Juss., 1789 è una famiglia di piante spermatofite dicotiledoni dall'aspetto di piccoli arbusti, che la classificazione tradizionale assegnava all'ordine delle Myrtales mentre la moderna classificazione filogenetica la colloca nell'ordine Malvales.[1]
Inizialmente il nome della famiglia era Daphnaceae assegnato nel 1805 dal botanico francese Auguste de Saint Hilaire. Poi fu cambiata in Thymeleaceae su proposta del botanico inglese John Lindley nel 1836; mentre il nome definitivo ( Thymelaeaceae) è stata coniato dallo studioso svizzero Karl Friedrich Meissner nel 1857. Mentre la sistemazione tassonomica è dovuta al botanico francese Antoine-Laurent de Jussieu (12 aprile, 1748 – 17 settembre, 1836) nella pubblicazione “Genera plantarum” del 1789.
Il nome (quello definitivo di Thymelaeaceae) deriva da due radici greche timos (= timo) e elaìa (= olivo). La prima parte ricorda vagamente il portamento (e forse anche certe profumazioni) della pianta del Timo; la seconda probabilmente ricorda certe somiglianze delle foglie con la pianta dell'Olivo[2].
In questa famiglia sono presenti diversi tipi di piante : arboree, arbustive, ma anche erbacee. Il ciclo biologico può essere sia annuale che perenne. L'altezza di queste piante varia da pochi centimetri a circa un metro per le specie europee, oltre per quelle extraeuropee. Le forme biologiche prevalenti (sempre per le zone temperate europee) sono nano-fanerofite (NP) e camefite suffruticose (Ch suffr), ossia sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo di poche centimetri; le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose. Fuori dall'Europa si possono avere anche forme di tipo fanerofite arboree (P scap).
Il fusto in genere è legnoso con corteccia dura, fibrosa e a superficie lucida; si possono avere delle specie senza ramificazioni (quelle a portamento prostrato) o con rami laterali anche abbastanza consistenti (quelle più alte e robuste).
Le foglie possono essere sia persistenti che caduche a disposizione lungo il fusto sia alterna che opposta. La lamina è generalmente semplice (non divisa), a margine intero e di dimensioni relativamente contenute. Sono senza stipole e ocrea e sono inoltre brevemente picciolate oppure completamente sessili.
L'infiorescenza è varia : fiori possono essere disposti a grappoli di tipo racemoso o terminale con pochi fiori, ma sono presenti anche infiorescenze di tipo ombrellifero. Sono presenti anche specie a fiori singoli.
La caratteristica principale dei fiori di queste piante è l'assenza di un perianzio completo (perianzio diclamidato) : il perianzio è monoclamidato (o “apetalo”) ossia è formato solamente dal calice. La funzione vessillifera è svolta quindi dai sepali che sono colorati ed hanno una forma più vicina ai petali che ai sepali veri e propri che in questo caso si dicono petaloidi. I fiori sono fondamentalmente tetrameri o pentameri (a 4 o 5 parti), il perianzio è caduco e di colore roseo, rosso, purpureo, giallo, bianco, ma anche verdino; sono inoltre ermafroditi (ma si possono avere anche specie dioiche o unisessuali) ed hanno simmetria attinomorfa (raramente anche zigomorfi).
Il frutto può essere una drupa, oppure una noce, oppure una bacca o una capsula. In genere il frutto è sferico e monosperma (con un solo seme e ricco di sostanze oleose).
La famiglia di questa scheda viene considerata cosmopolita in quanto le sue specie sono distribuite in quasi tutte le regioni della terra : Australia, Africa meridionale, regione mediterranea e zone steppiche dell'Asia centro-occidentale. La diversificazione maggiore è presente al sud.
L'habitat preferito dalle piante di questa famiglia (almeno per le specie europee) sono i boschi di latifoglie, le macchie sempreverdi, ma anche zone rupestri un po' aride.
La famiglia delle Thymelaeaceae comprende circa una cinquantina di generi con 500 - 800 specie (il numero dipende dalle varie classificazioni). La sua classificazione scientifica nel corso del tempo ha subito varie sistemazioni : non sempre è appartenuta allo stesso ordine. Nella tabella seguente è indicata la “storia” della classificazione della famiglia delle Thymelaeaceae secondo gli ultimi tre sistemi di classificazione: oltre al più recente sistema di classificazione, quello organizzato sugli studi filogenetici in base all'esame del DNA (APG II System), viene indicata la classificazione usata più correntemente (quella del Sistema Cronquist, basata sugli studi delle Angiosperme del botanico americano Arthur Cronquist pubblicati tra il 1968 e 1988) e quella in uso precedentemente a quella di Cronquist, Classificazione di Wettstein (sistema di classificazione delle piante proposto dal botanico Richard von Wettstein (1863-1931) nel suo “Handbuch der Systematischen Botanik”, ultimo aggiornamento del 1935).
Altre classificazioni propongono nomi diversi per l'ordine come Thymelaeales (Willkomm, 1854)[3][4], oppure il nome di Myrtiflorae nelle classificazioni di Adolf Engler (Żagań, 25 marzo 1844 – Berlino, 10 ottobre 1930) o di Friedrich Ludwig Emil Diels (1874-1945); oppure nomi diversi anche per i livelli superiori che qui non citiamo per brevità.
Queste discordanze tra i vari botanici sulla classificazione della famiglia dimostrano sia che lo studio di queste piante non è ancora completato, ma anche una intrinseca difficoltà nel definire esattamente i caratteri morfologici dei vari generi di questa famiglia. Ad esempio alcuni generi, in passato, sono stati classificati diversamente: i generi Gonystylus e Aquilaria venivano inseriti da alcuni botanici in famiglie distinte (Gonystylaceae e Aquilariaceae). Attualmente è il genere Tepuianthus che è ancora oggetto di controversie; alcuni botanici preferiscono includerlo in una famiglia separata : quella delle Tepuianthaceae. Oppure non tutti sono d'accordo su quali caratteristiche incidano in modo fondamentale sulla separazione tra i generi Daphne e Wikstroemia.
Un'altra difficoltà sorge, specialmente quando si compilano le “chiavi analitiche” per riconoscere i fiori, nel definire le varie parti dei fiori delle Thymelaeaceae ; alcuni testi sono ambigui e chiamano queste parti indifferentemente petali, sepali o tepali. Inoltre ci sono alcuni generi come Wikstroemia le cui specie producono fiori anomali con organi molto deformati e poco somiglianti ai modelli standard di riferimento.
Inoltre è probabile che alcuni generi (di piccole dimensioni) in realtà si possano incorporare nei generi più grandi come Daphne e Wikstroemia (ad esempio da analisi filogenetiche sembra che il genere Stellera dipenda da Wikstroemia). Mentre da altre analisi filogenetiche sembra che i due generi Thymelaea e Diarthron siano molto più vicini di quanto si creda normalmente. Inoltre sembra che il genere Gnidia si possa dividere in 4 o più parti.
Qui di seguito è indicata una possibile suddivisione della famiglia delle Thymelaeaceae in sottofamiglie e tribù:
Oltre alle sottofamiglie e tribù indicate sopra altre sono state utilizzate nel passato dai vai botanici (oppure sono attualmente usate alternativamente); qui di seguito ne sono indicate alcune (tale elenco può non essere completo):
SOTTOFAMIGLIE
TRIBU'
La famiglia delle Thymelaeaceae nella flora spontanea italiana è rappresentata da due soli generi[5]:
La famiglia di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Questa famiglia ha una importanza piuttosto limitata nell'economia umana. Possiamo al più citare alcuni generi le cui specie sono utilizzate o nel giardinaggio o nella decorazione floreale in genere : Edgeworthia, Daphne e Primelea; oppure altri che si prestano a varie utilizzazioni medicinali come Daphne e Lasiosiphon; oppure, per concludere, citiamo alcuni generi le cui specie forniscono del legname utile per mobilia o rivestimenti vari : Aquilaria, Edgeworthia, Gonystylus, Gyrinops e altri.
Diverse specie hanno un frutto che è molto velenose se ingerito (come la Daphne mezereum).
Thymelaeaceae Juss., 1789 è una famiglia di piante spermatofite dicotiledoni dall'aspetto di piccoli arbusti, che la classificazione tradizionale assegnava all'ordine delle Myrtales mentre la moderna classificazione filogenetica la colloca nell'ordine Malvales.