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Crepis terglouensis ( Italian )

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La radichiella del Monte Triglav (nome scientifico Crepis terglouensis A.Kern., 1881 ) è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia

L'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latino Crèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo.[3]. L'epiteto specifico (terglouensis) fa riferimento al Monte Triglav (chiamato anticamente Terglou).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal botanico Anton Joseph Kerner (1831-1898) nella pubblicazione " Sched. Fl. Ersicc." ( Sched. Fl. Ersicc. 61.) del 1881.[5]

Descrizione

Habitus. La pianta di questa specie è una erbacea perenne. La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. Gli steli contengono abbondante latice amaro.[6][7][8][9][10][11][3][12]

Radici. Le radici si appoggiano ad un rizoma scuro, obliquo e breve. La superficie si presenta come mordicchiata.

Fusto. I fusti di queste piante sono generalmente semplici (poco frondosi), brevi a volte sono prostrati. La superficie può essere glabra, striata, pelosa. A volte sono presenti delle setole ghiandolose. Gli scapi fiorali sono cavi e afilli; possono originare direttamente dal rizoma. L'altezza media delle piante varia da 2 a 6 cm.

Foglie. Le foglie sono prevalentemente basali (sono ravvicinate in una pseudo-rosetta). Hanno un picciolo alato e sono più lunghe del fusto. Il contorno ha una forma lineare-spatolata; i margini sono grossolanamente lobato-incisi (i segmenti sono più o meno retrorsi). La superficie è glabra o ricoperta da qualche pelo chiaro. Le foglie in genere sono disposte in modo alterno. Dimensione delle foglie: larghezza 6 - 15 mm; lunghezza 20 - 70 mm.

Infiorescenza. L'infiorescenza è formata da un unico capolini. Ogni capolino è formato da un peduncolo che sorregge un involucro emisferico (pubescente ma non ghiandoloso) formato da 2 serie di brattee o squame disposte in modo embricato e scalato, che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori ligulati. La forma delle brattee, disuguali fra le due serie (quelle interne sono più lunghe del doppio di quelle interne), è lineare-lanceolata con margini continui oppure no; la superficie è glabra sulla faccia interna, mentre all'esterno si presenta densamente ricoperta di setole scure. Il ricettacolo è piano e nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori, o raramente sono presenti). Dimensione del capolino: 3 - 5 cm. Diametro dell'involucro: 7 - 12 mm.

Fiori. I fiori tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K ∞ {displaystyle infty } infty , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Corolla: le corolle sono formate da una ligula terminante con 5 denti (è la parte finale dei cinque petali saldati fra di loro). Il colore dei fiori è in prevalenza giallo. La ligula è lunga 15 - 18 mm.
  • Fioritura: da luglio ad agosto.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Il frutto consiste in un achenio chiaro o oscuro, cilindrico o fusiforme (non compresso), con varie coste (da 10 a 13), con la superficie trasversalmente tubercolata (il becco è assente). Il pappo è soffice (ma tenace) formato da peli semplici (non ramificati) di colore generalmente bianco (o bianco sporco quasi giallastro) disposti su più serie. In uno stesso capolino i frutti possono essere monomorfici (tutti uguali) oppure dimorfi (generalmente quelli interni differiscono da quelli più esterni o periferici). Dimensione degli acheni: 3,5 - 5 mm. Lunghezza del pappo: 8 mm.

Biologia

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[17] – Distribuzione alpina[18])
  • Distribuzione: in Italia questa specie è molto rara e si trova nelle Alpi orientali. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Svizzera, Austria e Slovenia.[18] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova in nell'Europa centrale e nella Penisola Balcanica.[2]
  • Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le ghiaie consolidate e le pietraie umide. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[18]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare da 2.000 fino a 2.800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello subalpino.

Fitosociologia

Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]

Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thlaspietea rotundifolii
Ordine: Thlaspietalia rotundifolii
Alleanza: Thlaspion rotundifolii

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][9]

Filogenesi

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[10]

La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[10] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Crepis-Lapsana-Rhagadiolus clade", composto dai generi Crepis L., 1753, Lapsana L., 1753 e Rhagadiolus Juss., 1789.[11] Dalle analisi Crepis risulta parafiletico (per cui la sua circoscrizione è provvisoria).[22]

Nella "Flora d'Italia" le specie italiane di Crepis sono suddivise in 4 gruppi e 12 sezioni in base alla morfologia degli acheni, dell'involucro e altri caratteri (questa suddivisione fatta per scopi pratici non ha valore tassonomico). La specie di questa voce appartiene al Gruppo 4 (gli involucri dei capolini sono privi di peli ghiandolari; gli acheni sono più o meno uniformi e senza un becco distinto ma con un apice progressivamente attenuato) e alla Sezione M (le brattee involucrali sono glabre sulla pagina interna; gli acheni hanno 10 - 15 coste).[12]

I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[12][23]

  • la pianta è alta 2 - 6 cm;
  • il capolino è generalmente unico;
  • l'involucro non è ghiandoloso;
  • la pagina interna delle brattee involucrali è glabra;
  • gli acheni hanno 10 - 13 coste e sono privi di un becco.

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 12 e 18.[12]

Specie simili

Allo stesso gruppo e sezione appartengono le seguenti specie:[23]

  • Crepis terglouensis A.Kern. - Radichiella del Monte Triglav: gli acheni hanno 10 - 13 coste e non sono alati; le piante sono alte 2 - 6 cm.
  • Crepis nicaeensis Balbis - Radichiella nizzarda: le piante sono alte 10 - 100 cm; prima dell'antesi i capolini sono eretti; l'involucro è lungo 8 - 10 mm; il ricettacolo è cigliato; il colore dei frutti acheni è bruno-dorato e sono lunghi 2,5 - 3,8 mm.
  • Crepis jacquinii Tausch subsp. kerneri (Rech.f.) Merxm. - Radichiella di Kerner: le piante sono alte 7 - 12 cm; le brattee involucrali esterne sono alte la metà di quelle interne; i fiori sono lunghi 14 - 16 mm.

Questa specie inoltre può essere confusa con la specie Leontodon montanus. Quest'ultima si distingue per lo scapo afillo, per l'involucro cilindrico o più o meno clavato; il pappo inoltre ha delle setole piumose (forse il carattere più diverso).[12]

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Apargia hyoseridifolia Less.
  • Crepis hyoseridifolis Rchb.
  • Hieracium hyoseridifolium Vill. ex Pers.
  • Hieracium laciniatum Vuk.
  • Leontodon terglouensis Hacq.
  • Omalocline terglovensis Sch.Bip.
  • Soyeria hyoseridifolia W.D.J.Koch

Note

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  3. ^ a b Motta 1960, vol.1 pag. 767.
  4. ^ Julius Kugy, Tricorno: cinquecento anni di storia, LINT Editoriale, Trieste, 2001. ISBN 88-8190-058-0
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag.183.
  10. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 350.
  11. ^ a b Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  12. ^ a b c d e Pignatti 2018, vol.3 pag. 1116.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  15. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  16. ^ Judd 2007, pag. 523.
  17. ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 82.
  18. ^ a b c d Flora Alpina, Vol. 2 - p. 668.
  19. ^ Judd 2007, pag. 520.
  20. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  21. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  22. ^ Yin et al. 2021.
  23. ^ a b Pignatti 2018, vol.4 pag. 909.

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