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Coraciidae ( Italian )

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I Coracidi (Coraciidae Rafinesque, 1815) sono una famiglia di uccelli coraciformi noti comunemente come ghiandaie marine, con generi diffusi nel vecchio mondo, arboricoli, e caratterizzati dal becco uncinato e le dita anteriori libere.

Etimologia

Il loro nome deriva dall'aggettivo latino coracinus (a sua volta derivante dal greco kórax (corvo)) e da formis (a forma di), perché hanno teste e becchi grandi e corpi compatti proprio come i corvi.[1]

Descrizione

Le ghiandaie somigliano ai corvi in taglia e struttura, misurando circa 27–29 cm in lunghezza, e condividono l'aspetto colorito dei martin pescatori e dei gruccioni, con predominanza di livree blu, rosate e cannella.[2] La loro morfologia generale è simile a quella dei parenti nell'ordine dei coraciiformes, con capi massicci su colli corti, piumaggio sgargiante, zampe deboli e corte. Le dita mediane sono collegate tra di loro per buon tratto;[2] la debolezza delle loro zampe trova riscontro nel loro comportamento: non saltellano né si muovono lungo i trespoli e di rado usano le zampe oltre che per inseguire le prede a terra sobbalzando. Il becco è robusto, più corto e massiccio nel genere Eurystomus, i cui membri sono conosciuti come ghiandaie beccogrosso. I loro becchi differiscono da quelli del genere Coracias anche per i colori sgargianti, dove nei Coracias sono neri. Altre differenze tra i due generi risiedono nella lunghezza delle ali: gli Eurystomus, più propensi al volo, hanno ali più lunghe e zampe più corte che nei Coracias: ciò riflette le differenze nella loro ecologia di nutrizione.[3] Il loro canto è un breve e ripetuto gracchio rauco.[2]

Distribuzione e habitat

I Coraciidi abitano le zone più calde del vecchio mondo. L'Africa possiede la maggior parte delle specie, e si crede che la famiglia si sia originata da qui. Questa teoria è supportata dal fatto che le parenti ghiandaie terricole sono endemiche del Madagascar.[4] La ghiandaia marina eurasiatica (Coracias garrulus) è un uccello completamente migratorio, che sverna in Africa e si riproduce in Europa. Anche la ghiandaia marina orientale (Eurystomus orientalis) lascia quasi completamente il suo areale riproduttivo in inverno. Altre specie sono sedentarie o migratorie a corto raggio.[5] Popolano habitat ricchi di alberi o altri appigli da dove lanciarsi sulla preda.[4]

Biologia

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Ghiandaia marina indiana
(Coracias benghalensis)
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Ghiandaia marina pettolilla
(Coracias caudatus)
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Ghiandaia marina eurasiatica
(Coracias garrulus)
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Ghiandaia marina orientale
(Eurystomus orientalis)

Le ghiandaie sono molto chiassose ed aggressive nella difesa dei territori di nidificazione, che perlustrano sfoggiando il piumaggio mozzafiato e attaccando gli intrusi con tuffi roteanti intimidatori. Sono monogami e costruiscono il nido in buchi nei tronchi degli alberi o nelle intercapedini dei muri, e depongono tra le due e le quattro uova ai tropici, e da tre a sei a più alte latitudini. Le uova, bianche, si schiudono dopo 17-20 giorni, e i pulcini rimangono nel nido per circa 30 giorni.[1][2] La deposizione è scaglionata a intervalli giornalieri in modo da garantire la sussistenza degli uccellini nati prima se dovesse presentarsi una condizione di scarsità di cibo. I pulcini nascono nudi, ciechi e bisognosi di cure.[4]

Le ghiandaie del genere Coracias sono cacciatrici da agguato: stanno appollaiate sugli alberi o su altre postazioni in attesa delle prede che riportano sul trespolo prima di cibarsene. Si nutrono di una vasta gamma di invertebrati terrestri e piccoli vertebrati come rane, lucertole, roditori e piccoli uccelli. Non disdegnano prede evitate da altri uccelli come bruchi pelosi, insetti con colori di avvertimento e serpenti.[4]

Le specie del genere Eurystomus si nutrono in volo.

Tassonomia

La famiglia dei Coracidi è una delle 6 nell'ordine dei Coraciiformes, che include anche Momotidae, Meropidae, Todidae, Brachypteraciidae e Alcedinidae.[6][7]

Comprende i seguenti generi e specie:[7]

Note

  1. ^ a b J. Forshaw e A. Kemp, Encyclopaedia of Animals: Birds, a cura di Joseph Forshaw, London, Merehurst Press, 1991, pp. 145–147, ISBN 1-85391-186-0.
  2. ^ a b c d C. Hilary Fry, Rollers, in Perrins Christopher (a cura di), The Firefly Encyclopedia of Birds, Firefly Books, 2003, pp. 380–381, ISBN 1-55297-777-3.
  3. ^ C. Fry, Family Coraciidae (Rollers), in Josep del Hoyo, Andrew Elliott e Jordi Sargatal (a cura di), Handbook of the Birds of the World. Volume 6, Mousebirds to Hornbills, Barcelona, Lynx Edicions, 2001, pp. 342–369, ISBN 978-84-87334-30-6.
  4. ^ a b c d C. Hilary Fry, Kathie Fry e Alan Harris, Kingfishers, Bee-eaters and Rollers, Christopher Helm, 1992, ISBN 0-7136-8028-8.
  5. ^ Fry (1992) 98–102
  6. ^ (EN) Hackett S. et al., A phylogenomic study of birds reveals their evolutionary history (PDF), in Science, 320(5884), 2008, pp. 1763–1768. URL consultato il 26 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2013).
  7. ^ a b (EN) Gill F. and Donsker D. (eds), Order Coraciformes, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.

Bibliografia

  • C. Hilary Fry, Kathie Fry e Alan Harris, Kingfishers, Bee-eaters and Rollers, Christopher Helm, 1992, ISBN 0-7136-8028-8.

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