Crassulaceae (J.St.-Hil., 1805), comunemente nota come Crassulacee, è una famiglia di piante succulente appartenente all'ordine Saxifragales, dalla distribuzione cosmopolita. È un taxon molto complesso e variegato, fatto da cui sono derivate le difficoltà nella classificazione intrafamiliare: al suo interno si trovano circa 1400 specie ripartite fra 36 generi, raccolti nelle tre sottofamiglie di Crassuloideae, Kalanchoideae e Sempervivoideae.
Questa famiglia venne per la prima volta classificata nel 1805 da Jean Henri Jaume Saint-Hilaire, all'interno della sua opera Exposition des Familles Naturelles[1]. Precedentemente incluse col sistema Cronquist nell'ordine Rosales, con la moderna classificazione filogenetica sono invece inserite in Saxifragales[2].
Descrizione
Si tratta di piante succulente che accumulano acqua nelle loro foglie ingrossate, dal portamento prevalentemente erbaceo o arbustivo, anche se non mancano alcune specie arboree.
La fotosintesi CAM (dall'inglese Crassulacean Acid Metabolism) prende il nome da questa famiglia, perché questa particolare via metabolica fu scoperta per la prima volta nelle crassulacee.
Evoluzione
Le Crassulaceae si sono evolute circa 100-60 milioni di anni fa nell'Africa meridionale con i due rami filogenetici più basali Crassula e Kalanchoe[3]. Altre fonti suggeriscono che le Crassulaceae si siano evolute circa 70 milioni di anni fa insieme alle Haloragaceae sensu lato (Penthoraceae, Haloragaceae)[4]. Si ritiene che la famiglia abbia avuto un'evoluzione graduale, con una scissione filogenetica tra le Crassuloideae e il resto della famiglia (Kalanchoideae, Sempervivoideae). I Sempervivoideae si sono successivamente dispersi a nord, nella regione mediterranea, e da lì nell'Europa orientale e in Asia (cladi Sempervivum e Leucosedum), con gruppi multipli che si sono diffusi nei tre continenti dell'emisfero settentrionale. Due lignaggi delle Crassulaceae europee alla fine si sono dispersi in Nord America e hanno subito una successiva diversificazione. Il clade Aeonium si è disperso dall'Africa settentrionale all'adiacente Macaronesia[5].
Distribuzione e habitat
Crassulaceae è una famiglia cosmopolita, diffusa in tutti i continenti ad eccezione dell'Antartide, anche se presenta maggiori concentrazioni di specie in alcune aree[6]. In particolare, per questo taxon, vi sono gli importanti centri di differenziazione di[7][8]:
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Messico e Stati Uniti sud-occidentali: circa 300 specie qui presenti e diversi generi, come Cremnophila, Dudleya, Echeveria, Graptopetalum, Pachyphytum, Thompsonella e Villadia, endemici dell'area.
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Sudafrica: si contano circa 250 specie qui presenti, in particolare appartenenti ai generi Adromischus, Crassula e Tylecodon, che vantano un alto tasso di endemismi.
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Macaronesia: qui si trovano circa 200 specie di Crassulaceae di cui molte, principalmente se appartenenti ai generi Aeonium o Monanthes, endemiche.
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Catena dell'Himalaya: circa 200 specie, con molti endemismi tra i generi Rosularia, Pseudosedum e Sinocrassula.
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Bacino del Mediterraneo: circa 170 specie presenti ed i generi Chaloupkaea, Petrosedum, Pistorinia e Sempervivum in buona parte endemici.
Per la maggior parte si tratta di piante xerofite, adattatesi ad ambienti aridi o semi-aridi con precipitazioni stagionali, ma numerose sono le eccezioni. Alcuni generi infatti sono presenti in aree temperate e subtropicali, ad esempio nel Messico centrale, o montuose, come il genere Sempervivum nelle catena delle Alpi, oltre che alcune specie di piante acquatiche o semi-acquatiche, in particolare appartenenti al genere Crassula[7].
Tassonomia
Generi
La famiglia comprende circa 1400 specie suddivise tra 36 generi[6]:
Ibridi
La classificazione all'interno della famiglia è difficile perché molte specie formano facilmente degli ibridi, sia in natura che in coltura. Queste ibridazioni sono possibili anche tra specie appartenenti a generi diversi, pertanto si è reso necessario definirne i seguenti[6][9]:
Usi
Nessuna pianta appartenente a questa famiglia è utilizzata nell'agricoltura, ma molte sono apprezzate come piante ornamentali. Molte infatti hanno un aspetto bizzarro e intrigante, e inoltre sono di solito abbastanza rustiche, pertanto richiedono poche cure. Crassula ovata, ad esempio, è una delle specie più apprezzate e più diffuse nelle nostre case.
Note
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Bibliografia
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