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Albizia julibrissin ( Italian )

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Albizia julibrissin, detta in Italiano acacia di Costantinopoli o gaggìa arborea[1]Durazz., 1772 è una pianta delle Fabacee, originaria delle regioni dell'Asia orientale e sud-occidentale comprese tra l'Iran orientale, Azerbaigian, Cina e Corea. Il genere prende il nome dall'italiano Filippo degli Albizzi, nobile appartenente alla famiglia fiorentina degli Albizzi, che introdusse A. julibrissin in Europa verso la metà del XVIII secolo. Il nome botanico julibrissin è una corruzione della parola persiana gul-i abrisham (گل ابریشم) che significa "fiore di seta" (da gul گل "fiore" + abrisham ابریشم "seta").

Storia

Chiamato anche impropriamente albero della seta deve il suo nome alla presenza di numerosi stami serici, color bianco crema, che variano dal rosa chiaro allo scuro. Venne introdotta in Europa da Costantinopoli nel 1749 dal nobile fiorentino Filippo degli Albizzi.

Descrizione

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Fiori di Albizia julibrissin

A. julibrissin è un piccolo albero di 5-12 metri di altezza a foglie decidue. La corteccia è di colore grigio chiaro con sfumature verdastre e presenta strisce scure in verticale con l'avanzare dell'invecchiamento. Le foglie sono bipennate, lunghe dai 20 ai 45 cm e larghe dai 12 ai 25 cm. I segmenti fogliari opposti, lunghi 6–10 mm, sono caratterizzati dalla capacità di chiudersi a libro di notte oppure in caso di pioggia, o comunque sempre in risposta al mancato o parziale irraggiamento da parte di una fonte luminosa di opportuna intensità. I fiori vengono prodotti durante tutta la stagione estiva, hanno calice e corolla di ridottissime dimensioni e sono portati in infiorescenze. La parte evidente (come nella mimosa) sono i lunghi e numerosi stami di colore bianco e rosa. Si è osservato che le infiorescenze di A. julibrissin risultano particolarmente attraenti per le api, le farfalle delle specie più comuni e i colibrì. Il frutto è un baccello verde di circa 10–20 cm di lunghezza che con la maturazione assume una colorazione giallo-marrone.

Ne esistono due varietà:

  • A. julibrissin var. julibrissin. La varietà tipica, descritta sopra.
  • A. julibrissin var. mollis. I germogli presentano una peluria più fitta.
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dettaglio dei fiori di Albizia julibrissin
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Foglie aperte (di giorno) e chiuse (di notte) della medesima pianta di Albizia julibrissin. È questa una delle caratteristiche più singolari di questa pianta.

Habitat, coltivazione e usi

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Esemplare di Eurema blanda che depone le proprie uova su una Albizia julibrissin.

Gli habitat originali dell'albero includono le regioni dell'Iran, Azerbaigian, Cina e Corea.[2]

Albizia julibrissin è piantata come arbusto ornamentale in parchi e giardini, nota per l'aspetto setoso dei suoi fiori e per l'ombrello di foglie orizzontali che sviluppa, oltre che per la crescita veloce e la bassa richiesta d'acqua che consente di piazzare la pianta anche in luoghi dal clima contraddistinto da estati torride.[3] È piantata con successo anche in California, in Texas ed in Oklahoma. Sebbene queste piante sappiano sopravvivere in condizioni di quasi mancanza d'acqua, la loro crescita rallenta e le piante tendono ad apparire malate.[3]

La chioma degli alberi pienamente cresciuti fornisce una zona d'ombra piacevole. I fiori di questa varietà vanno dal bianco al rosso sfumato, ma vi sono anche varietà color crema e giallo paglierino. La variante Summer Chocolate ha delle foglie rosso scuro con fiori rosa pallido.

A. julibrissin f. rosea

La A. julibrissin è presente anche nella forma rosea che, in passato, è stata addirittura classificata come vera e propria cultivar a parte. L'albero è più basso (5–7 m), con fiori sempre rosei. Nativa del nordest della Corea e della Cina settentrionale, è particolarmente resistente al freddo, essendo in grado di sopravvivere a temperature anche di -25 °C. Il cultivar Ernest Wilson (noto anche come E.H.Wilson o Rosea) ha i fiori di color rosa ancora più scuro. In Giappone la forma rosea è utilizzato talvolta come bonsai non tradizionale.[4]

Altri usi

I semi della pianta sono velenosi, ma i fiori sono una buona fonte di nettare per api e farfalle.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ in lingua inglese è noto come Persian Silk Treea (ossia "albero della seta persiano"(EN) Albizzia, Persian Silk Tree, su gardens.co.nz, NZ Gardens Online. URL consultato il 19 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2013).
  2. ^ Juan-Alberto Rodriguez Pérez, Flore exotique dans les îles Canaries, Leon, Espagne, Editorial Everest, 1990. ISBN 84-241-4668-9). Page 11
  3. ^ a b Kathleen Norris Brenzel (ed.), Sunset Western Garden Book, 2007, p. 178.
  4. ^ (JA) kigosai.sub.jp, http://kigosai.sub.jp/kigo500a/377.html Titolo mancante per url url (aiuto). URL consultato il 27 giugno 2011.

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Albizia julibrissin, detta in Italiano acacia di Costantinopoli o gaggìa arboreaDurazz., 1772 è una pianta delle Fabacee, originaria delle regioni dell'Asia orientale e sud-occidentale comprese tra l'Iran orientale, Azerbaigian, Cina e Corea. Il genere prende il nome dall'italiano Filippo degli Albizzi, nobile appartenente alla famiglia fiorentina degli Albizzi, che introdusse A. julibrissin in Europa verso la metà del XVIII secolo. Il nome botanico julibrissin è una corruzione della parola persiana gul-i abrisham (گل ابریشم) che significa "fiore di seta" (da gul گل "fiore" + abrisham ابریشم "seta").

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